Il GRUPPO ATTACCO MOTOPOMPA DI MANDATA UNI 10779 FILETTATO ATTACCO VVF UNI 70, detto gergalmente “ATTACCO VVF” è un dispositivo collegato alla rete idrica antincendio per mezzo del quale può essere immessa dell’acqua in situazioni di emergenza.
E’ importante ribadire questo concetto. L’attacco VVf serve ai Vigili del fuoco non per prelevare e ricaricare l’autopompa serbatoio (per gli amici “autobotte”) ma per immettere/pompare acqua all’impianto idrico antincendio dell’eventuale attività qualora ce ne fosse bisogno (per esempio in caso di incendio).
Si tratta di un dispositivo quindi da utilizzare in tutte quelle situazioni in cui, per qualsiasi motivo, venisse a mancare la propria alimentazione idrica (indisponibilità dell’eventuale gruppo di pompaggio a servizio dell’attività oppure della linea derivata dall’aquedotto) collegandosi all’attacco, i Vigili de fuoco potrebbero comunque far funzionare l’impianto idrico antincendio pompando loro l’acqua necessaria prelevandola dalla loro autopompa.
Nella foto che abbiamo riportato è evidente che chi ha montato l’attacco non sapesse cosa stesse facendo.
E’ infatti nostra esperienza comune di professionisti dell’antincendio rilevare che molti tecnici e molte imprese (anche specializzate ed iscritte in CCIAA alla lettera g della ex Legge 46/90) ignorando il reale scopo dell’attacco, lo facciano montare/lo montino in maniera non corretta.
Infatti l’attacco VVf è un unico blocco metallico in cui è presente uno o più attacchi femmina filettato (nel nostro caso è presente un solo attacco), una valvola di sicurezza, un dispositivo di drenaggio, una valvola di non ritorno più due valvole di intercettazione a saracinesca.
Essendo utilizzato per immettere acqua nell’impianto, è ovvio che la valvola di non ritorno serve per evitare che una pressione alta possa danneggiare l’autopompa dei VVf per cui il verso (flusso) dell’acqua sarà quello che dall’attacco femmina andrà verso l’impianto e quindi la valvola di non ritorno farà passare l’acqua solamente in questo verso (flusso corretto di immissione).
In un funzionamento normale quindi, aprendo tutte e due le valvole di intercettazione, l’acqua non può uscire dall’attacco, perché essendo in contro-flusso (verso contrario a quello di normale immissione) la valvola di non ritorno (che è normalmente una valvola a clapet) ne impedisce il passaggio.
Guardando la foto si vede invece che, oltre al fatto che è stato utilizzato un attacco in linea e non un attacco di mandata (mettendo un banale tappo sul lato sinistro), l’alimentazione idrica arriva da destra ed invece la valvola di non ritorno è a sinistra. Quindi la valvola di non ritorno non blocca nulla e pertanto se si apre la valvola di intercettazione, dall’attacco femmina uscirà acqua in pressione.
Chi ha montato questo attacco, lo ha fatto convinto di creare un punto di prelievo (e non di immissione) e quindi in disaccordo con la norma UNI 10779.
Per concludere poi, un attacco così montato è inutilizzabile.
Ecco perché ad un controllo di chi conosce gli impianti, e che sa come devono funzionare, è scattata la prescrizione ai sensi del D.Lgs. 758.
In chiusura: avendo l’attacco VVf un verso, quando si ordina si deve precisare se è un “destro” oppure un “sinistro” ovviamente a seconda di dove andrà montato in funzione del punto di collegamento.